Perdonatetemi il mio piccolo peccato di vanità !
Un giorno, per caso...
Tutti i collezionisti sperano di poter, un giorno, imbattersi in un oggetto che abbia una storia da raccontare, che ripaghi le ore trascorse nei vari mercatini delle pulci, che ti permetta di dire le tanto sospirate tre parole: “L’ho trovato io!” e di condividere la gioia della scoperta. Ma, come spesso succede, questo capita quando meno te lo aspetti e ti ritrovi a osservare un autentico pezzo di storia del cinema, ancora totalmente inconsapevole di ciò che hai tra le mani.
Nell’estate 2007, ero in vacanza con la famiglia a Menton (Francia) e, essendo io un malato cronico di oggetti vintage e collezionista di materiale fotografico Leica, era d’obbligo una visita accurata dal brocante del luogo. Accompagnato da mia figlia Matilde, ci siamo recati all’”Usine”, vero e proprio tempio di oggetti d’altri tempi, per passare il solito paio d’ore immersi tra porcellane antiche, statue impolverate, macchine fotografiche che non scattano più.
Ovviamente, la nostra ricerca era finalizzata al famoso materiale fotografico, anche se non disdegnavamo di soffermarci ad osservare oggetti decisamente retrò, che avrebbero reso felice qualsiasi collezionista. Proprio quando pensavamo di dover uscire a mani vuote, la mia attenzione fu attratta da una teca, dove tra oggetti di vario genere, notai due scatolette di alluminio recanti la scritta “Cinematographe August e Louis Lumiere”
A nostro avviso, erano due oggetti veramente carini e di sicuro interesse per chi conosce la storia del cinema. Chiesi così al proprietario di poterle visionare e quando mi furono date in mano, notai con sorpresa dal loro peso, che dentro entrambe potevano essere conservate delle pellicole.
Decidemmo di acquistarle e le portai via per una modica somma, convinto sì di aver acquistato due bei contenitori ma ancora ignaro di ciò che contenevano. Arrivati a casa, finalmente potemmo aprire quei due piccoli contenitori. Entrambi contenevano una pellicola e, visionando fotogramma per fotogramma, ci apparve una donna con un vestito con i colori della bandiera italiana in una e nell’altra pellicola una lotta alquanto comica tra due uomini.
Subito, parve chiaro che si trattava di film molto vecchi, probabilmente colorati a mano ma le nostre competenze in materia non ci permettevano di andare oltre. Una volta tornati dalle vacanze, avremmo fatto ricerche in merito e forse si sarebbe scoperto che, quelle che all’inizio erano solo “due scatolette carine”, contenevano qualcosa di molto più importante! Ma come spesso succede, una volta tornati a casa, le scatolette e il loro contenuto furono orgogliosamente riposte in mezzo a tante vecchie macchine fotografiche, dimenticate come già lo erano state nella teca del brocante mentonniese.
Fu solo nell’agosto del 2010, quando decidemmo di andare a visitare la mostra sulle Lanterne Magiche alla Reggia di Venaria (prov. Torino), che ci rendemmo conto di ciò che avevamo in casa. Mentre visitavamo le varie sale, mia moglie mi fece notare la somiglianza di una delle nostre pellicole con quella appena vista alla mostra. Effettivamente, vi erano molte similitudini, prima fra tutti le movenze della ballerina e il mantello con il quale si muoveva ad imitare una farfalla e anche con alcuni elementi scenografici. Inoltre, avevamo conosciuto per la prima volta George Melies. Al contrario dei fratelli Lumiere, riconosciuti da tutti come gli inventori del cinema. Melies era un personaggio a noi totalmente sconosciuto. La sera stessa, digitando sul motore di ricerca il nome Melies, passammo parecchio tempo leggere di questo straordinario personaggio, della sua genialità e della sua vita pasionaria. Ciò che assolutamente non sapevamo era l’importanza della sua figura all’interno della storia del cinema. Rapiti da quanto scoperto, ripetemmo lo stesso iter per quanto riguarda i fratelli Lumiere e, visionando alcuni loro films, ci parve di scorgere alcune somiglianze con la scenografia della pellicola in nostro possesso.Sicuramente, a questo punto della ricerca, era necessario rivolgerci a qualcuno competente in materia. Sempre utilizzando il web, risalimmo al dott. Montanaro, al quale mandammo le fotografie delle scatolette e le copie di alcuni spezzoni delle pellicole. Immediatamente ci giunse risposta. Il dottor Montanaro richiedeva una attenzione particolare alla perforazione della pellicola, all’inizio e alla fine della stessa e, essendo colorata, smentiva la possibilità che fosse una colorazione pochoir bensì una dipintura a mano. Attraverso una massiccia corrispondenza con Montanaro, si giunse all’attribuzione dei due films.
Un fotogramma tratto dal filmato di Georges Melies. Il film del 1899-1900 è interpretato dallo stesso Melies ( a sinistra) e dalla moglie, la famosa attrice dell'epoca Jeanne D'Alcy (a destra). |
Una pellicola era un’opera di Melies, e si intitolava “Luttes extravagantes”. La seconda era un prodotto dei fratelli Lumiere, dal titolo “Dance de l’eventail”
Che dire… Non ci pareva vero!
Da quando avevamo trovato questo “tesoro cinematografico” a Menton, avevamo passato ore a navigare sul web, letto biografie sui Lumiere e Melies, visitato mostre e attivato corrispondenze con luminari e con il Museo del Cinema di Torino, avvicinandoci decisamente al magico mondo del cinema e con la soddisfazione immensa, tipica del collezionista, di poter dire….”Li ho trovati io!!!”
I due filmati sono stati depositati nel Museo del Cinema di Torino, luogo ritenuto ideale per la loro conservazione e valorizzazione.
Dopo un accurato restauro, curato e sponsorizzato dallo stesso ente, i film sono stati presentati al Festival del Cinema Muto di Pordenone del 2012.
Un grande evento che viene celebrato ogni anno nella cittadina friulana, richiamando esperti e appassionati da ogni parte del mondo. Qui sotto, tratto dal catalogo della manifestazione, vi riporto le schede dei due piccoli filmati.
La copertina del catalogo ufficiale del 31°Festival del Cinema Muto di Pordenone.
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