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Channel: My Leica Historica
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Al riparo della luce

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La fotocamera Leica nei primi anni della sua produzione era sinonimo di piccolo rivoluzionario apparecchio fotografico, limitato dalla impossibilità di sostituire l’obiettivo, perciò denominato ad ottica fissa.Affiancavano la fotocamera, un modesto ma significativo quantitativo di accessori, che ne ampliavano il campo di utilizzazione.Sfogliando i vecchi cataloghi editi nella seconda metà degli anni venti, possiamo constatare i primi sforzi della Leitz nel creare attorno al proprio apparecchio una serie di strumenti destinati alla ripresa fotografica ma anche al trattamento e la stampa del negativo come il riproduttore per la stampa a contatto, ingranditore e tank di sviluppo. Mentre per l’utilizzo sul campo erano disponibili pochi ma significativi accessori, telemetri, testa a snodo per cavalletto , testa panoramica, staffa per fotografie stereo. Incontriamo inoltre degli accessori dedicati principalmente all’impiego della fotocamera per le brevi distanze, tra cui pieghevoli e trasportabili stativi per la riproduzione e lenti addizionali.Nel 1931 la Leica venne resa più versatile quando fu dotata della intercambiabilità degli obiettivi. Un evento molto sospirato fino ad allora dai primi estimatori del marchio e di cui mai la casa tedesca aveva ignorato le supplichevoli richieste. Di conseguenza vennero a crearsi nuove esigenze per i nuovi campi di utilizzazione della piccola Leica. Frenetica fu l’attività da parte dell’azienda nello sviluppare e produrre soluzioni adatte a migliorare le condizioni di utilizzo del proprio apparecchio. Si rimane impressionati e meravigliati nel consultare e studiare la notevole quantità di prodotti immessi nel mercato negli anni che anticiparono il periodo bellico.Non fu trascurato nessuno dei campi di specializzazione è ad ognuno di essi si proposero varie soluzioni di accesso. A tal proposito risulta particormente piacevole divulgare e condividere le informazioni raccolte con quanti trovano anche nella più apparente e poca applicabilità di un particolare accessorio, motivo di elogio la creatività e imprenditorialità della Leitz. Alcuni di essi a volte creano inspiegabili attrazioni… Il caso e la fortuna mi indirizzano all’incontro e l’inevitabile analisi dell’oggetto che in queste pagine, avremo modo di osservare.Apparentemente si potrebbe pensare di ritrovarsi davanti a un vetusto astuccio per sigari cubani o ad un elegante contenitore per scrivania, ma la sua reale utilizzazione risiedeva nei locali adibiti a camera oscura.
Con codice PBOOC, venne inserito nel nutrito listino Leitz del 1936, e descritto come Paper Box, ovvero contenitore per carta. Verniciato di nero opaco e costruito interamente in legno, alla base ha 4 piedini di gomma di colore rosso che assicurano la sufficiente aderenza al tavolo di lavoro. L’assemblaggio del manufatto dichiara l’origine artigianale di abili falegnami ai quali la Leitz ne affidava la realizzazione. Nella parte superiore l’etichetta metallica riporta l’inconfondibile logo Leitz.
All’interno anch’esso rigorosamente verniciato in nero opaco e diviso da 4 alloggiamenti, trovano posto i fogli di carta sensibile di vario formato, il maggiore di esso poteva contenere il formato di 18x24 cm. La serrandina listellata, opportunamente rivestita al suo interno di tessuto nero, consentiva alzandola di accedere al contenuto e rilasciandola, di ritirarsi automaticamente, escludendo la possibilità di eventuali esposizioni di luce che danneggiassero il prezioso materiale.Nel 1939 vengono proposti presumibilmente solo per mercato americano due nuove versioni che differivano con la precedente per la possibilità di contenere formati di carta maggiori. Troviamo conferma e la sola citazione in un famoso catalogo Leitz New York n°1275 del 1939, in cui vengono codificati come PBAAG per il formato massimo contenuto di 20x25 cm. e PBEED per il 24x30cm. Il ritrovamento di solo uno di questi “contenitori” è da considerarsi molto raro e dovuto probabilmente ad una esigua produzione o ad una scarsa conservazione oltre che conversioni avvenute nel tempo a diversificati utilizzi.La complessiva produzione delle tre diverse versioni del “paper box” nella numerosa letteratura moderna dedicata al marchio Leitz, viene accennata nelle proprie opere solamente da un unico autore, il torinese Gianni Rogliatti.
 
Attribuibile ad un fortuito ritrovamento, dobbiamo affiancare ai modelli elencati due versioni sconosciute. Di dimensioni minori delle precedenti ma esteticamente identica, entrambe prive di divisori interni.
La versione più piccola è concepita per contenere i fogli di formato 13 x 18 cm.; mentre la seconda versione può contenere il formato massimo di 18x24cm. Naturalmente non possiamo attribuire alcun codice, poiché a oggi, nessuna traccia della loro esistenza è stata rinvenuta nei documenti della Leitz.
 
La singolare scoperta non puo essere considerato un fatto isolato nel mondo del marchio tedesco, la cui vasta produzione e diversificazione continuera a stupire ancora per molto tempo a chiunque avrà la passione e la volontà di conoscerla.
 
 
 
 
 
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